Giuliano Biolchini, studioso di musica spettacolo e cultura popolare, ha svolto attività di ricerca etnomusiologica sia come arcivista che sul campo. Con il suo libro I Filarmonici di Pavullo ripercorre le origini storiche dei Filarmonici nel Frignano gruppo che nasce mel 1847 durante il Ducato Estense.
L’idea di dar vita a questo volume, scrive nella premessa, è nata dal fortuito recupero di un resoconto tratto da un giornaledi inizio Novecento, L'Eco del Frignano.
Questa attenta e dettagliata narrazione è stata poi inserita in una cornice etnomusicologica con l’intento di offrire una visione delle vicende bandistiche a partire dal Ducato Estense e austroungarico per attraversare l’Unità d’Italia, il ventennio fascista fino ad arrivare al dopoguerra.
Vengono quindi evidenziate le caratteristiche di questa pratica musicale, quali la socialità (lo stare insieme, l’aggregarsi,il fare gruppo) e l’aspetto educativo (L’alfabetizzazione musicale sia riferita alla pratica sia alla creazione del gusto musicale).
Allo stesso tempo viene sottolineata la grande importanza che le Bande ebbero nella diffusione del melodramma italiano, testimoniata dalla popolarità che questo genere musicale ebbe tra tutte le fasce sociali, divenendo le Bande colonna sonora delle vicende storiche della collettività.
Ciò che ne esce è l’immagine di un microcosmo in cui si intrecciano relazioni, si osservano regole di convivenza, di libertà personale e di rispetto delle idee altrui. Ancora oggi nelle Bande è possibile vedere persone di ogni estrazione sociale e di ogni età.
Grazie alla documentazione conservata tra le carte del Ducato Estense, è possibile accertare la gestione affidata alle associazioni di privati cittadini, entusiasti di poter finalmente godere di Concerti musicali all’interno della propria comunità. Ma, quando musici, musicisti e direttori d’orchestra non possono più essere stipendiati dalla corte estense, questi sono forzatamente costretti a trovare da vivere svolgendo la propria attività in altro modo.
È in questo momento storico che si aumentano notevolmente lezioni private, attività di arrangiamenti per fiati, direzione di gruppi bandistici a servizio presso accademie, teatri e municipalità.
Attorno alle nuove formazioni, note come Filarmoniche, si aggregano semplici cittadini provenienti da diversi ceti sociali, appartenenti alle più disparate professioni: piccolo impiegato, orologiaio, negoziante, sarto, calzolaio, ortolano, locandiere, agricoltore, barbiere, studenti, falegname, armaiolo, postino, maestro elementare.
Il lavoro che ne esce vuole essere l’esposizione di una porzione di mondo che attraversa e ripercorre una fase storica lunga duecento anni, rivisitata da una diversa prospettiva, quella etnomusicologica.
Capitoli sono dedicati alla Banda del Ducato, del Reale battaglione di Linea Estense, Bande di Provincia e quelle storiche dell’Appennino modenese.
Inizio Novecento. Fotografia scattata alle Lastre di Monzone durante una gita.
La fotografia della home è conservata presso l'archivio fotografico della Biblioteca Comunale di Pavullo, si presume si riferisca alla Banda di Pavullo, sebbene compaia in una pubblicazione dedicata alla Banda di Fanano.
Fotografie tratte dal volume I Filarmonici di Pavullo. Breve storia di una Banda musicale di Giuliano Biolchini